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L’abolizione dei vitalizi è stato uno degli argomenti più martellanti nella campagna elettorale del Movimento5Stelle. Per fare chiarezza va specificato però l’oggetto della contesa: vitalizi da abolire o più correttamente da ridimensionare ai parlamentari, alle loro vedove/i , (ma anche a figli fratelli e nipoti perché i privilegi si ereditano).

Salvini (Lega) afferma che prima si tagliano e meglio è. Il Presidente del Senato Casellati frena, e auspica soluzioni condivise. Il PD si dichiara disponibile, ma attacca dicendo che, quello proposto dal Presidente della Camera Fico è un provvedimento spot, demagogico e  incostituzionale.

Rotondi (FI), favorevole alla riforma, propone di ridimensionare gli stipendi perché i vitalizi sono proporzionali agli stipendi e aggiunge ”Il m5s non potendo far ridere i poveri vuole far piangere i ricchi. Perché chi percepisce tali vitalizi da anni, avendo questo tenore di vita, non può vedersi tolto improvvisamente quello che il loro patto di vita dava per scontato”.

Sulla questione è intervenuta anche l’ On. Mara Carfagna (FI) qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook: “Si al ricalcolo dei vitalizi per eliminare un privilegio, no alla rapina dello Stato contro le vecchiette  rimaste vedove “.

La nostra associazione si chiede se l’ Onorevole Carfagna abbia poi riletto ciò che ha scritto: “rapina di Stato alle vecchiette vedove.”

Chi è vedova, al di là dell’età anagrafica, sa bene infatti che lo Stato la rapina la fa già dal 1995, e non solo alle vedove “vecchiette”,  ma anche a quelle giovani, di cui nessuno parla: 560.000 morti precoci all’ anno ci dice l’ Istat, ergo 560.000 vedove/i all’anno. I vedovi in Italia sono, sempre secondo dati Istat 4.488.054 e dentro questo numero rientrano le “vecchiette” di cui parla l’ Onorevole, ma anche tutte le altre. Perché in Italia ci sono due tipologie di vedove/i, cosa probabilmente che sfugge alla Carfagna. Ci sono le vedove dei parlamentari (sempre quelle che lo stato non deve rapinare ) e poi ci sono tutte le altre ( e a quelle lo Stato le rapina , eccome, dal 1995 appunto).

Se appartengono alla prima, dà loro lauti vitalizi parlamentari (o indennità differite che dir si voglia); ponendo come unico limite alla loro percezione, solo il mantenimento dello status di vedovanza. Alla seconda categoria, invece, ha riserbato una disciplina ben più complessa: se un coniuge rimane vedovo si applica la Lg. 335/1995 (Lg Dini), la quale in modo ostile e particolareggiato stabilisce che: il coniuge deceduto deve avere versato, intanto, lauti contributi previdenziali per almeno 16 anni come tutti i lavoratori. Se è morto prima di aver versato 16 anni di contributi all’ erario, alla famiglia non spetta niente; se invece li ha versati, al coniuge  spetta 

    1. se ha figli minori l’intera cifra della pensione indiretta di reversibilità; se no viene intanto decurtata del 40% e percepirà l’assegno del 60% .
    1. se il coniuge superstite lavora, l’assegno calcolato sempre secondo i contributi versati in vita dal de cuius e sempre nella misura del 60% ,viene ulteriormente tranciato del 25% del 40% del 50% secondo parametri(obsoleti e decontestualizzati) stabiliti dalla Tabella F della suddetta legge 335/95 art.1 comma 41. Tabella che vi invito a leggere.

Questo vuol dire che, la seconda tipologia di vedove ha la peggio rispetto alla prima, in quanto non ha diritto all’intero assegno che viene decurtato a prescindere, in barba ai lauti contributi versati in vita dal coniuge,(del 40% ripeto), ma addirittura lo Stato incassa l ‘importo tranciato con la tabella F. Ditemi voi se questa non è una rapina. Per chi quei soldi se li vede tolti ogni mese, lo è. Credetemi.

L’ Associazione il Melograno da anni si batte per dar voce a tutte quelle famiglie vedove che sembrano non averne per lo Stato italiano. Quelle famiglie che si sono viste saccheggiare dallo Stato la pensione indiretta di reversibilità, ogni mese, a discapito dei propri figli orfani. Quelle a cui per il sol fatto di aver subito la perdita di un caro, quel patto economico di vita se lo vedono tagliato ogni mese, e il loro tenore di vita, quello loro si Onorevole Rotondi,  viene drammaticamente stravolto e si aggiunge al dolore di aver subito la morte di un caro. I cittadini sono uguali di fronte alla legge e devono avere eguali diritti. Questa difformità di trattamento non viola l’Art. 3 della nostra Costituzione? Oltre al danno la beffa: nessuno parla di quelle vedove/i di serie B. E delle loro pensioni di reversibilità. Ma guai a toccare le reversibilità delle “povere vecchiette” dei parlamentari. Guai.

Sabrina Sagace

Taglio vitalizi, Il Melograno: “la vera rapina è a danno delle vedove di serie B”
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